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Il paese di Porto Venere sorge all'estremità meridionale di una penisola, la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del golfo della Spezia o detto anche "golfo dei Poeti". Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto; solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte abitata.

Confina a nord con il comune della Spezia e a sud, ovest ed est è bagnato dal mar Ligure. Oltre al capoluogo, fanno parte del territorio comunale le due frazioni di Fezzano e Le Grazie, nonché l'arcipelago formato dalle isole Palmaria, Tino e Tinetto per un totale di 7,66 km2[5].

Esiste un impianto di convogliamento della fognatura dotato di griglie e pompe che spingono i reflui in una condotta sottomarina che fuoriesce a circa 200 m oltre la punta di San Pietro. La forte corrente e l'elevata profondità dello scarico (35 m. circa) contribuiscono alla rapida dispersione del fluido.

Molto rinomate sono le spiagge del comprensorio, grazie all'acqua cristallina e alla forte corrente del mar Ligure, che in prossimità della costa raggiunge repentinamente discrete profondità. Da segnalare le spiagge del lato nordovest dell'Isola Palmaria, citate peraltro nella Guida Blu del Touring Club Italiano e Legambiente. Sul borgo antico del paese, sulla falesia e sulle isole dell'arcipelago insiste il parco naturale regionale di Porto Venere, gestito dall'omonimo ufficio comunale.

 

 

 

 

 

 

 

Porto Venere , Portovénere in ligure, (Portivène nella variante locale), scritto anche Portovenere, è un comune italiano  di 3.763 abitanti della provincia di La Spezia in Liguria. Per la sua estensione territoriale urbana è il comune più piccolo della provincia spezzina.

Nel 1997 Porto Venere, insieme alle isole Palmaria, Tino e Tinetto e alle Cinque Terre è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Il  Toponimo Portovenere è conosciuto internazionalmente come la variante più diffusa, nonostante lo stesso statuto comunale, in virtù della tradizione storica consolidata, preveda la forma staccata del toponimo (Porto Venere) in tutti gli atti e documenti comunali ufficiali;  ISTAT, ente capofila e di rilevazione per lo Stato italiano, trascrive invece nei suoi documenti e censimenti la forma attaccata.

 

 

 

Anche se le origini più antiche del borgo vengono fatte risalire sino al Vi secolo A.C. con la presenza dei popoli liguri, le prime datazioni storiche di Porto Venere risalgono a Claudio Tolomeo (150 d.c.) e all'Itinerario Marittimo (Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini Augusti) dell'imperatore Antonio Pio del 161 d.C. dove viene segnalato il borgo tra le località di Sestri Levante e Luni.

Il nome del borgo (Portus Veneris) derivava da un tempio dedicato alla dea Venere Ericina, sito esattamente nel luogo in cui ora sorge la chiesa di S.Pietro. Il nome era probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel promontorio.

Il borgo originario (castrum vetus), abitato da antichi pescatori, era sito nell'attuale piazzale Spallanzani ed è oggi interamente scomparso. Da località di pescatori, Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina, ma fu assalita e distrutta dal re Rotari dei Longobardi nel 643 d.C. I pochi reperti romani, consistenti in alcune murature rinvenute sotto il piazzale Spallanzani, si rifanno all'assorto periodo cristiano-monastico dei monaci di san Colombano, con l'antica chiesa di San Pietro della diocesi di Luni. Tra i secoli VIII e XI fu oggetto di ripetuti assalti dei pirati saraceni e normanni.

Possedimento feudale dei signori di Vezzano furono gli stessi a cedere il feudo, verosimilmente nel 1139, a Genova che già nel 1113, come testimoniamo alcuni documenti, aveva edificato un quadrangolare castello sulla punta meridionale del promontorio dell'Arpaia, a fianco della primitiva chiesa di San Pietro; sempre nello stesso periodo genovese venne costruita la chiesa di San Lorenzo e il borgo nuovo (castrum novum). Sono del 1161 le mura che racchiudono entrambi i borghi, vecchio e nuovo, ed è infine nel 1162 che fu sancito formalmente il passaggio delle due chiese sotto la giurisdizione del vescovo di Genova, confermando di fatto il completo dominio genovese sul borgo.

Nel XV secolo, con il respinto assalto degli Aragonesi nel 1494, venne meno il dualismo tra i due borghi; il borgo vecchio fu distrutto lasciando libero lo spazio che ancora oggi si può osservare tra il borgo nuovo e la chiesa di San Pietro. Sempre al dominio di Genova si devono le successive fortificazioni nel territorio di Porto Venere: la batteria di San Francesco e il forte di Sant'Ambrogio e, nei pressi della Palmaria, della fortezza di Torre Scola nel 1606.

Con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento del Golfo di Venere, con La Spezia capoluogo, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, il territorio di Porto Venere rientrò nel VII cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Golfo di Venere e dal 1803 centro principale del III cantone del Golfo di Venere nella Giurisdizione del Golfo di Venere. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento degli Appennini. È in questa fase storica che, nel 1812, venne realizzata la strada litoranea, denominata "Strada napoleonica" in onore del generale francese e oggi localizzata come strada provinciale 530, che ancora oggi collega il centro marinaro con La Spezia passando per i paesi di Fezzano, Le Grazie e Terizzo.

Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento di Spezia del Circondario di Levante facente parte della provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi.

Apprezzata località di villeggiatura di fine Ottocento e inizio Novecento - tra i suoi visitatori più celebri vi fu Lord George Gordon Byron - è ancora oggi una meta turistica di punta del panorama spezzino e ligure.

Nel 1998 ha ottenuto per i suoi beni architettonici e naturalistici l'ingresso nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità tutelati dall'Unesco - assieme ai Rolli di Genova e al suo centro storico gli unici due beni inseriti per la Liguria - e dal 2001 sede dell'omonimo parco naturale regionale.

FONTE WIKIPEDIA